Parliamo nuovamente di comunicazione e di spese telefoniche. In questo articolo ci focalizziamo sulla telefonia fissa (sì esiste ancora…) ed in particolare su quanto spendono le province italiane.
La situazione è molto diversificata, ci sono province che hanno “abbandonato” il telefono fisso ed altre che pagano per questo servizio ancora delle belle somme. Oppure potrebbe essere successo che il tesoriere ha fatto rientrare nella categoria di spesa “telefonia fissa” anche uscite che altre province hanno registrato con codici gestionali differenti.
La situazione per l’anno 2017 è descritta nella cartina riportata di seguito. Alla pagina del confronto potete trovare l’analisi completa di mappa interattiva, tabella con tutti i dati e grafico comparativo: spese totali per “telefonia fissa” province italiane 2017. Qualitativamente si può osservare inoltre come vi sia una distribuzione che vede delle spese mediamente maggiori nel Sud Italia rispetto al Nord Italia.
Sono Caserta e Siracusa le province in vetta alla classifica, entrambe con una spesa di poco superiore al milione di euro. Al terzo posto segue Salerno con circa 750 mila euro.
Se guardiamo la mappa pro capite la situazione cambia ma non per la posizione al vertice che anzi rimane saldamente in mano a Siracusa che amplifica la differenza con tutte le altre. Siracusa infatti continua a guidare la classifica con una spesa pro capite di circa 2.6 euro/cittadino.
La differenza con il resto delle province è molto forte: addirittura 1 euro pro capite di differenza con Avellino che si trova al secondo posto (con una spesa pro capite di 1.67 euro/cittadino). Al terzo posto torna Caserta con 1.1 euro/cittadino ed in questo caso la distanza con Siracusa è di quasi un euro e mezzo a cittadino.
SIRACUSA HA UNA SPESA PRO CAPITE DI OLTRE 1 €/CITTADINO SUPERIORE AD AVELLINO (SECONDA PROVINCIA).
La provincia di Trapani, sicialiana come Siracusa, è la provincia con le spese minori: poco più di 1300 euro all’anno (procapite sono circa 3 millesimi di euro). Se questa differenza non è frutto di un errore di addebito delle spese sarebbe interessante attivare dei processi di scambio “buone-pratiche” tra le province con “cerchio verde” e quelle con “cerchio rosso”.